In molti pensano che donare sangue e donare plasma siano due modi di dire la stessa cosa.
In realtà, si tratta di due modalità di donazione diverse, che rispondono a bisogni diversi e aiutano persone diverse. Conoscere la differenza è il primo passo per scegliere in modo consapevole come dare il proprio contributo. Questo articolo chiarisce in modo semplice cosa distingue una donazione dall’altra e perché entrambe sono essenziali.
La donazione di sangue intero è la forma più comune. L’intera procedura dura circa 15 minuti, durante i quali vengono prelevati 450 ml di sangue da un’unica vena. Tutti i materiali utilizzati sono sterili e monouso, garantendo sicurezza assoluta per il donatore.
Il sangue intero viene successivamente separato nei laboratori in tre componenti: globuli rossi, piastrine e plasma. Questi elementi sono poi inviati ai reparti ospedalieri in base alle necessità cliniche dei pazienti.
I globuli rossi sono vitali per chi ha subito emorragie o è affetto da anemia severa. Le piastrine servono in ambito oncologico e nei trapianti, mentre il plasma è usato in casi di gravi ustioni o patologie emorragiche. Gli uomini possono donare sangue fino a 4 volte l’anno, le donne 2 volte (in età fertile), con un intervallo minimo di 90 giorni tra le donazioni.
La plasmaferesi è una tecnica di donazione che prevede l’uso di un’apparecchiatura specifica chiamata separatore. Questa macchina preleva il sangue, ne separa il plasma e restituisce al donatore i globuli rossi e le piastrine, tutto attraverso un unico accesso venoso. Il procedimento è completamente sicuro e controllato.
A differenza della donazione standard, la plasmaferesi richiede un tempo maggiore, circa 40-50 minuti. Tuttavia, il corpo recupera più velocemente perché tutta la parte corpuscolare viene reintrodotta nel circolo venoso.
Il plasma è una componente essenziale per la produzione di farmaci plasmaderivati (come albumina, immunoglobuline e fattori della coagulazione) e viene impiegato in terapie salvavita per immunodeficienze, malattie rare, emofilia, oltre che in situazioni d’emergenza.
La donazione di plasma può essere effettuata ogni 14 giorni, fino a 12 volte l’anno. Il recupero è rapido e, per molti donatori, la donazione diventa un’abitudine regolare e sostenibile.
Alcuni donatori descrivono la plasmaferesi come una sensazione diversa, ma non più faticosa. I feedback più comuni parlano di poca o nessuna fatica, anche grazie alla restituzione delle cellule del sangue.
Entrambe le forme sono fondamentali. La donazione di sangue è insostituibile in emergenza. La donazione di plasma sostiene terapie croniche e permette la produzione di farmaci salvavita. Ogni tipo di donazione risponde a bisogni diversi ma complementari.
Chi ha poco tempo può iniziare con il sangue intero. Chi ha maggiore disponibilità e buona vena può provare la plasmaferesi. In entrambi i casi, l’idoneità viene valutata dal personale sanitario prima della donazione.
È possibile alternare nel tempo sangue e plasma, rispettando le pause tra le donazioni. Molti donatori lo fanno in base alle esigenze indicate dalla sede AVIS di riferimento.
No. La procedura è indolore e completamente sicura. Il tempo maggiore è dovuto al processo di separazione, ma l’esperienza per il donatore resta confortevole.
Assolutamente no. Nel caso della plasmaferesi, i globuli rossi vengono restituiti, quindi il volume effettivo di cellule perse è inferiore rispetto alla donazione di sangue intero.
Il solo momento avvertibile è l’inserimento dell’ago. L’intero processo viene eseguito da personale sanitario formato e avviene in ambienti controllati.
Ogni tipo di donazione è un atto di grande valore. Che si tratti di plasma o sangue intero, il contributo di ogni donatore è essenziale per salvare vite, garantire terapie, sostenere la salute pubblica.
AVIS lavora ogni giorno per facilitare e rendere sicura l’esperienza di donazione. Informarsi è il primo passo. 👉 Per iniziare, basta contattare la sede AVIS più vicina. Per donare in AVIS Genzano è necessaria la prenotazione al numero 393 933 0090. Donare è semplice. E fa bene, anche a chi lo fa.